Assassin's Creed III Remastered – recensione

Assassin’s Creed III è stato, senza timore di smentita, uno dei capitoli più chiacchierati dell’intera saga di Ubisoft. La chiusura dell’arco narrativo dedicato a Desmond Miles ha fatto parlare di sé sia sotto l’aspetto narrativo, quanto per la scelta di un’ambientazione che, con gli occhi di oggi, ha rappresentato il primo, vero, passaggio al mondo aperto. La Frontiera torna a risplendere grazie a questa remastered annunciata in concomitanza del season pass di Assassin’s Creed Odyssey.

Dopo aver passato diverso tempo sul gioco possiamo confermare che il lavoro svolto da Ubisoft ci ha convinto maggiormente per la sua quantità, più che per la sua qualità. All’interno di questa versione rimasterizzata trovano spazio, infatti, tutti i contenuti aggiuntivi di ACIII che avevano arricchito l’esperienza ludica del tempo.

Spazio quindi alle missioni di Benedict Arnold, al pacchetto dei segreti nascosti e al divertente “what if” diviso in tre episodi de La Tirannia di Re Washington. Come se non bastasse, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire all’interno di questa remastered anche il capitolo uscito su PSVita, Assassin’s Creed: Liberation. Uno spin off, ambientato sempre in America settentrionale e nello stesso periodo storico del terzo episodio, che ci mette nei panni dell’assassina franco-africana Aveline de Grandpré. Un’aggiunta tutt’altro che accessoria: gli sviluppatori hanno rivisitato l’intero motore di gioco in modo da portarlo sullo standard del 4K HDR (per le versioni One X e Ps4 Pro) o full HD per la versione standard delle console.

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